Statua con reliquiario di Santa Lucia |
Manufatti in argento donati dai fedeli per la grazia ricevuta |
Reliquiario di Santa Lucia e nicchie scavate nella pietra di origine antica |
Ingresso alla grotta di Santa Lucia, dietro l'altare. |
Vista del paese di Sassinoro |
Curiosa la storia della scoperta della grotta che risale al 1600 di cui riporto integralmente il testo tratto dalla pagina web del santuario.
"Nel 1600 la montagna di Sassinoro, dal Monte Rotondo fino ai confini di Sepino, di Pietraroia e di Morcone era tutta una immensa distesa di boschi, ove i pastori si recavano a primavera e vi rimanevano fin quando i freddi intensi dell’autunno inoltrato non li costringevano a scendere verso la piana.
Un fatto strano, però, si ripeteva da parecchi giorni in quella memorabile primavera del 1600.
Una porzione di gregge spariva dallo sguardo vigile dei pastori che invano richiamavano con la voce e con il fischio noto. Quando essi dopo un giro di ricerca tornavano sul luogo di prima, ritrovavano l’armento che pascolava tranquillamente.
Esso spariva attraverso il foro di un roveto, grande e largo quanto bastava al suo passaggio e giungeva al fondo di una grotta ove sostava. Poco dopo il gregge ne usciva e ritornava al pascolo.
I pastori ansiosi di scoprire camminarono carponi sotto la piccola volta di siepi e imboccarono una piccola via oscura che si snodava in mezzo alla roccia. Stretti uno all’altro e incoraggiandosi a vicenda l’attraversarono e giunsero in fondo a una grotta luminosa.
In due angoli opposti comparvero due personaggi bellissimi: una giovane donna il cui volto era illuminato da un raggio di celestiale bellezza e un giovane dall’aspetto coraggioso e forte che diffondeva anch’egli dalla sua persona un fascio di luce e un grande cimiero rilucente di gemme gli ornava la fronte. Detto il loro nome scomparvero alla loro vista.
Una fiamma si era accesa nel cuore dei pastori che usciti fuori dalla grotta oscura raccontarono tutto ai compagni e più volte i pastori tornarono all’interno. Mentre una volta ne osservavano l’interno alla debole luce di una fiammella trovarono una rude immagine scavata nella roccia raffigurante una donna con due occhi su un vassoio e una borsa da viandante a tracolla: era S. Lucia. In un altro angolo della grotta scorsero un’immagine di un angelo: era certamente S. Michele.
La voce si diffuse con la rapidità del vento nei paesi vicini e lontani e da allora migliaia di pellegrini salgono ogni anno al Santuario.
Nel 1622 don Francesco De Petroniano, testimone dei primi fervori di fede e di pietà alla Grotta della Santa, dedicò tutte le sue energie alla valorizzazione del luogo. Eretta una volta sotto il macigno della grotta scavò una nicchia nel vivo della roccia, vi sistemò la statua della Santa rinvenuta nella grotta e ne chiuse l’ingresso con un cancello. I lavoro furono completati nel 1643. Da allora la Grotta di Santa Lucia è sempre stata così fino al 1937 quando il popolo di Sassinoro, insieme all’Arciprete don Nicola Notarmasi, decise di risistemare la zona e renderla maggiormente agibile".
Durante gli scavi di ristrutturazione del 1938 venne rinvenuta una statua in bronzo raffigurante la del Demetra. Questo fa pensare che la grotta venisse già usata nell'antichità per venerare i culti pagani. A conferma di questa tesi sono state rinvenute nella grotta tre nicchie scavate nella roccia, forse usate per contenere statue o oggetti pagani.
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